Guida pratica alla Colombia senza tante cazzate turistiche.

azael
7 min readFeb 27, 2019

E insomma sono stato in Colombia. Ci sono andato per 2 motivi principali:

  1. Quasi nessuno va in Colombia; vanno tutti in Perù, in Patagonia, in Messico, ma in Colombia no. Quindi Colombia e +1 per le élite.
  2. Narcos mi ha insegnato un crescendo di insulti che mi sentivo di dover utilizzare “Marica-cabron-comemierda-hijoeputa-malparido!”

La Colombia è bella e tutto, anzi è bellissima, c’è roba naturale di spessore, tipo la giungla e le palme, ci sono città con quartieri molto belli, insomma, se potete, andateci.

Detto questo, passiamo alle cose interessanti:

  • In Colombia non si usano i comodini. Nessuno sa perché, ma vicino ai letti non c’è niente, quindi le chiavi e gli occhiali devi appoggiarli a terra, come i selvaggi. In certi posti, pur di non mettere comodini, i letti li attaccano così tanto ai muri che devi entrarci a tuffo.
  • In Colombia non c’è molta acqua calda. In Colombia fa mediamente caldo, a parte alcuni posti minori tipo Bogotà-10milioni-di-abitanti in cui ci sono 15 gradi fissi, e allora si vede che han deciso di risparmiare sul gas. Fatto sta che in Colombia ci si lava a freddo, forse è per questo che c’è gente di tutti i colori, colori belli vivi.
  • In Colombia, se vi capita di fare la cacca, dovete sperare fino all’ultimo istante che il vostro bendidìo appena cacato riesca a superare lo scoglio dello scarico e perdersi nei meandri caraibici. Questo, credetemi, è davvero un casino. In sostanza, i cessi colombiani non sono come quelli delle persone normali: il cesso, nella sua posizione a-riposo, è già riempito per almeno un terzo d’acqua, quindi quando cacate il dirigibile fa splash e si appoggia sulla parete subacquea. Poi vi pulite, fate un sospiro, tirate lo scarico e SUSPENSE: parte un rivolo d’acqua senza pressione che pettina lo stronzetto lasciandolo indenne e poi, dopo qualche secondo, un piccolo vortice che cerca strenuamente di risucchiarlo all’inferno. Beh, non sempre ce la fa. In 20 giorni di Colombia ho guardato più stalagmiti di cacca sopravvissute allo scarico ergersi tronfie che camicie a fiori in 3 serie di Narcos. Questo problema produce un sottoproblema: dopo un paio di cacate difficili imparerete a non gettare NULLA nel cesso per non aggiungere difficoltà al titanico lavoro dello scarico. Quindi butterete nel cestino carta, sputi, emozioni, tutto. E imparerete a cacare con modestia.
  • In Colombia il senso del tempo è vago. Per esprimere il tempo presente si usano due parole diverse: “ahora” e “ahorita”. Ahora significa “più o meno adesso”, ahorita significa “beh adesso, vediamo”. Se vi dicono che un autobus parte ahora, significa che partirà entro una mezzoretta. Se vi dicono che parte ahorita significa che partirà. Pare che Pablo Escobar sia stato catturato perché Limon gli avrebbe detto “oh stanno venendo a prenderti!” e lui “quando?” e LImon “ahorita” e lui “ah vaaaaabbeeeè”.
  • In Colombia si mangia pesce, anche abbastanza spesso. Però si mangia solo UN pesce. Sempre quello. Una specie di orata con delle pinne preistoriche che è pure buono, ma è sempre quello. Quello è il pesce. E si fa in un solo modo, intero con un po’ di riso, banane e insalatina. Pare che l’edizione colombiana di masterchef duri 8 puntate da 6 minuti e si decida in finale col lancio dei dadi.
  • In Colombia, qualunque cosa tu voglia mangiare, di contorno ti danno le patacones, frittelle di banana. Ma non fatevi ingannare, le banane sono buone e sanno di banana, le cazzo di patacones (CdP) invece non sanno di niente. Sono una specie di riempitivo che serve per darvi una sensazione di aver mangiato, invece avete ruminato nostalgia.
  • In Colombia le persone vanno pazze per le sedie bianche da giardino. Quelle più generiche e standard che vi vengono in mente. Quelle che il parroco mette fuori in oratorio per fare il saggio di musica sacra, o che vostra zia tira fuori dal soffitto per il ricevimento in giardino della cresima di vostro nipote. I colombiani prendono ste sedie e se le portano in giro: in piazza, al mare, dovunque. Poi ci si siedono e stanno lì a non far nulla, a bere cocacola o a parlare con altri colombiani riuniti in circolo, ognuno con la propria personalissima sedia bianca.
  • In Colombia esistono solo birre piccole, mai medie. Ho visto tavolini soccombere sotto il peso di 85 bottigliette da 4 centilitri ciascuna. Fialette di birra. Ai colombiani, presumo, non piace la birra, piace il gesto.
  • I colombiani non hanno visto Narcos. Come i napoletani non hanno visto Gomorra. Cioè, magari l’hanno visto, ma NO non l’hanno visto.
  • In Colombia la musica va ascoltata col volume a palla. Sempre. Ogni colombiano, quando esce di casa, ha sottobraccio una sedia bianca e sotto l’altro braccio una cassa portatile tipo trolley, con cui ascolta musica tradizionale di merda. Poi il colombiano in questione si reca presso altri colombiani, ciascuno con la propria trolley-cassa, e ascolta la PROPRIA musica. Ognuno la sua. Tu che passi là vicino le senti tutte insieme, e pensi MACOSACAZZOEQUESTOBORDELLO, loro no, loro sono capaci di distinguere la propria personale musica di merda e ascoltare solo quella. D’altra parte pare se ci hanno messo le orecchie in quel modo ai lati della testa ci sarà un motivo.
  • I colombiani vendono pane ma nessuno lo mangia, perché i colombiani mangiano patacones. Quindi perché i colombiani vendono pane? Perché ai colombiani non piace il pane, piace il gesto.
  • I colombiani mangiano tutto in un piatto, qualunque cosa sia, a mucchi. Pesce e banane e riso e pollo e fagioli e cotiche e santamadonna. Poi è nello stomaco che le cose si separano.
  • In Colombia si ascolta Grignani. Non scherzo, nelle strade i musicisti di strada suonano e cantano Grignani, nei negozi la radio trasmette Grignani. Ora questo può anche non essere un problema, se l’alternativa è la musica colombiana di merdacorazòn, ma almeno che qualcuno avverta Grignani.
  • In Colombia non esistono negozi di abbigliamento, in giro ci sono solo ristoranti, farmacie, baracchette che vendono cibo da strada, baracchette che vendono un po’ di tutto, e poi meccanici. In Colombia c’è un meccanico ogni 3.5 persone. Probabilmente i colombiani, quando nascono, hanno già il loro corredo che si porteranno dietro tutta la vita per vestirsi alla meglio, e uno spinterogeno. Rotto.
  • In Colombia al posto dei gabbiani ci sono i pellicani. I gabbiani sono dei mostri, i pellicani sono dei mostri preistorici. Enormi, cattivi, bellissimi.
  • I colombiani non sanno andare al mare. Vanno lì, con la loro sedia bianca, si piazzano in mezzo alla spiaggia e stanno per ore ad ascoltare musica dalla loro trolley-cassa. Non fanno altro: non si stendono, non prendono il sole, non fanno il bagno. Perché ai colombiani non piace il mare, piace il ̶g̶e̶s̶t̶TRENTINO ALTO-ADIGE, ma purtroppo hanno il mare.
  • In Colombia vivono molte tribù indigene, di quelle originali, con i muli, i capelli lisci, le bambine selvaggette sorridenti, gli uomini selvaggetti incazzati come bisce. Gli indigeni si vestono con dei sacchi di pezza, straordinariamente puliti, ma è ai loro piedi che si svolge la dialettica di classe: gli indigeni fighi hanno le crocs, quelli meno fighi gli stivaloni verdi da pesca, quelli proprio chiaviche, niente. Sì esatto, le crocs. Indigeni con le crocs, altro che comunisti col rolex.
  • Gli abitanti di Bogotà per avere l’estate devono prendere l’aereo e andare al nord. In Colombia le stagioni non sono una questione di tempo, ma di spazio: non si dice “che bello, tra un po’ è primavera”, ma “che bello, altri 20 km ed è primavera!”
  • Uno va in Colombia pensando di trovare culi e invece trovi solo tette. Tantissime tette. Vagonate di tette enormi, spalmate su corpi progettati per ospitare culi.
  • In Colombia c’è questa passione per l’enfasi. Lì, anche tra sconosciuti, ci si chiama normalmente “mi amor mi reina mi corazon”. In Colombia non è inusuale trovare un meccanico barbuto con i calli varioponti che ti dice “adesso lo spinterogeno funziona come un orologio, mi hermoso corazòn!”
  • In Colombia si usano tantissime spezie, ma tanto è tutto inutile. Perché in Colombia si usa anche e soprattutto il maledetto coriandolo (cilantro), che si nutre di sapori. In Colombia pare non si pratichi cunnilingus “perchè tanto se devo assaggiare il solito coriandolo mangio un più agevole spezzatino di pollo”
  • Le zanzare colombiane ti pungono oggi e ti prudono tra sette giorni, per sempre. Le zanzare colombiane non pungono per fame, ma per risentimento.
  • In Colombia la polizia ti perquisisce non per vedere se hai la droga, ma se hai Netflix.
  • In Colombia hanno 5 miti: Shakira, Simon Bolivar, Botero, Garcia Marquez e James Rodriguez. Tutte le altre persone sono uguali, massa indistinta, pueblo. In Colombia hanno inventato il comunismo al netto di Shakira-Simon Bolivar-Botero-Garcia Marquez-James Rodriguez
  • Una cosa curiosa della religione delle tribù è che gli indigeni sono convinti che i morti si reincarnino nei propri nipoti, se uno non ha nipoti probabilmente si reincarna in Mario Rossi.
  • I colombiani friggono pure la Madonna.
  • Se masticata, la foglia di coca sa di rucola, se ingerita, la foglia di coca sa di cane amaro.
  • In Colombia le città si chiamano come parodie di città di altri posti: Amalfi, Armenia, Cartago, Caucasia, Santa Fe, Valencia, SALENTO. Eccheccazzo, guardate che si nota, voglio dire, uno che arriva da fuori ci fa caso.
  • La Colombia si chiama Colombia, che se ci pensate è come se la Polonia si chiamasse Hitlerstan.
  • In Colombia vacci, guarda bene tutto, è bellissima, divertiti, però attenzione: se vai in Colombia non devi star lì a cacare tanto il cazzo. Malparido.

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azael

per essere un mondo senza alcun senso, senza scopo e senza redenzione, non si mangia neanche male