Ma che? Ma davvero vi stupite del successo di Draghi? Davvero vi sorprendete della capacità di mettere insieme forze lontanissime che fino a ieri si tiravano le scrivanie intorno a un vago progetto di Governo? Draghi non ha fatto nulla di miracoloso. Nessun prodigio, nessuna capacità divinatoria, nessun intervento celeste. Draghi ha semplicemente smesso di promettere ciò che nessuno, in questo Paese, può mantenere: fare le cose.
In decenni di storia repubblicana i politici hanno promesso di tutto, ponti di Messina, Alta Velocità, riduzione delle tasse, aumento degli stipendi, cazzate. Tutte cazzate. Cose irrealizzabili. Ma come fai? Va bene — dici — abbassiamo le tasse a quelli che guadagnano di meno. Già. E poi quelli che guadagnano di più che fanno? Se ne stanno lì senza dir nulla, a ingoiare ‘sto rospo unilaterale senza obiettare qualcosa? Ma vedrai che quelli che guadagnano di più alzano le barricate e ti scatafasciano addosso centosettanta obiezioni, novecento “sebbene”, undicimila “eh ma allora”. E a ragione, sia chiaro. Mica l’hanno deciso loro di guadagnare di più, mica si sceglie di avere un privilegio. Il privilegio, e le botte di culo, si accolgono e si custodiscono, con la cura di mamma orsa e l’ostinazione di una newsletter. E in fondo in fondo non puoi dirgli niente. E vedi che alla fine ti tocca abbassare le tasse — un tantinello — pure a loro, e non regge più niente, e va tutto a puttane. Ma è così per tutto. Un ponte di Messina? Ti viene una voglia irrefrenabile di ponte di Messina? Vai, prometti il ponte di Messina, poi siediti e aspetta. Il citofono. Non le email. Il CITOFONO ti esplode. La gente ti viene sotto casa già con la bocca a Eeeh: “Eeeh ma allora il ponte di Belluno? E ma a questo punto il tunnel di Varese? E la fondamentale Isernia-Rovigo a scorrimento veloce? Son sei mila anni che i Sanniti aspettano di andare a Rovigo”. E che gli dici? Le priorità? La logica mafiosetta del “ben altro”, “ben prima”, “ben di più”? Lo sapevano pure Gesù Cristo, Francesco Totti e il correttore di Word: se prometti una cosa devi farle tutte. E allora non ne fai nessuna. Ma Draghi è uno che s’è fatto 4 mezze maratone a 60 anni, è uno che quando va in banca ritira i soldi dalla finestra. Draghi è uno che al posto del cuore c’ha un Draghi più piccolo a forma di cuore. E queste cose le sa, le ha studiate, le ha capite.
Draghi è riuscito a mettere insieme fascisti e comunisti, europeisti e sovranisti, promettendo una cosa semplicissima: di non-fare.
Ti ritrovi un grillino incazzato alle consultazioni? E tu gli prometti che NO, il Mes non sai manco come si scrive, che acronimo è. Ma scherziamo? Il Mes… Non si fa, tranquilli. Non si fa. E vedi che il grillino è spiazzato, non sa che obiettare, e ti dice di sì, ti appoggia, tifa per te. Arriva un sovranista coi denti a sciabola? E tu gli dici, con la tranquillità dei sottovasi di vimini, che NO, niente aumento delle tasse. Manco uno piccolo. Ma guarda, nemmeno a Matteo Messina Denaro e al capo dell’Ikea. È svedese? Manco agli svedesi. Niente, tranquilli, tornate nelle vostre case, date una carezza ai vostri figli e dite che quella è la carezza del manco-per-il-cazzo. Niente aumenti delle tasse. E NO, niente investimenti al Sud, così quando arriva quello del Südtiroler Volkspartei non deve manco aprire la bocca e pronunciare quelle lettere coi pallini sopra. No, nemmeno una lira al Sud, che mica vogliamo discriminare il Nord? Ste cose non si fanno più.
E puoi avere una parola con tutti, bada bene. Se scegli questa strada non ti troverai mai impreparato con nessuno. Viene un socialista-liberale dell’ala sefardita e non sai nemmeno se quelli sono per la patrimoniale mitigata o per lo ius primae noctis di rottura? Nessun problema, tu gli prometti che No, che NO CAZZO, in questa legislatura — come è vero Iddio — nessuno invaderà la Lettonia. E nessuno cambierà nome al pur ambiguo sedano rapa, né costruirà il controverso muro tra Abbiate e Grasso. Basta promesse divisive. Facciamo quello che la gente vuole davvero: UN CAZZO DI NIENTE!
È il momento dell’unità, è l’ora della coesione, ognuno faccia un piccolo passo indietro per far fare un grande passo di lato al Paese. Spostiamo tutto di venti, venticinque centimetri. Di qua, da questa parte, di sbieco. Ogni nostra convinzione, ogni ideale politico, ogni concreta speranza di cambiamento. Così, solo per vederle uguali uguali, ma un po’ mosse.
Viva l’Italia, viva la libertà, viva il cazzo di niente.